Integratore con partenio titolato allo 0,5% in partenolide | 50 capsule |
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Long Life Partenio è un integratore a base di partenio: una pianta utilizzata da secoli come rimedio per malattie comuni quali stati febbrili, disturbi mestruali e mal di testa. In questi ultimi anni, grazie a diffusi studi e ricerche, il partenio viene considerato un rimedio erboristico tradizionale per alleviare l'emicrania e numerosi tipi di cefalea. Il partenolide, contenuto nelle sommità fiorite della pianta, è il principio maggiormente studiato per le sue attività antispasmodiche e antinfiammatorie.
1 capsula al giorno con un bicchiere d'acqua abbondante, durante i pasti.
OGNI CAPSULA CONTIENE |
Partenio sommità fiorite 300 mg (Tanacetum parthenium) estratto secco titolato 0,2% [600mcg] partenolide |
Altri ingredienti: maltodestrina, agente di carica (cellulosa m.c.), antiagglomeranti (magnesio stearato vegetale e biossido di silicio). Capsula di origine vegetale in idrossipropilmetilcellulosa. |
Il partenio, Tanacetum parthenium, è una pianta originaria dell'Europa sud orientale, diffusa anche in Australia e Nord America, usata per secoli come rimedio contro numerosi disturbi quali febbre, irregolarità mestruali e cefalee. La droga è composta dalle parti aeree raccolte durante la stagione estiva quando la pianta è in fiore.
Nella fitoterapia moderna il partenio è utilizzato principalmente nella profilassi dell'emicrania, mentre risulta meno efficace quando l'emicrania è già presente. Il principio attivo più importante è un lattone sesquiterpenico, il partenolide, la cui somministrazione ad animali da esperimento ha mostrato effetti analgesici e la capacità di inibire l'aggregazione piastrinica. Il partenolide ha mostrato, inoltre, di inibire la crescita di linee cellulari tumorali in vitro, con una virtuale capacità di potenziare la sensibilità delle cellule cancerose ai farmaci chemioterapici.
Sembra esercitare anche un'attività antistaminica e antiprostaglandinica. In particolare, in vitro inibisce in maniera dose-dipendente l'attività della ciclossigenasi e della 5-lipossigenasi, riducendo la sintesi di leucotrieni, soprattutto di leucotrieni B-4, citochine proinfiammatorie come il TNF alfa e l'interleukina 1. I risultati clinici sono molto positivi, confermati in studi in doppio cieco e statisticamente significativi.